L’artista austriaco Uwe Jäntsch (Bodensee, 1970) dal 1999 risiede a Piazza Garraffello, nel cuore della Vucciria a Palermo, divenendo tutt’uno con l’ambiente circostante.
Simbolo e simulacro suggellato dalla sua opera più nota, la Banca Nazion al centro della piazza sul decadente Palazzo Mazzarino, immortalata dai turisti e dagli stessi palermitani in gita (“I palermitani sono turisti nella loro città”, ha affermato lo stesso Uwe), con la scritta e la croce in rosso “Uwe ti ama” che senza dubbio sono l’elemento più riconoscibile.
Nel corso di questi 17 anni, Uwe con la sua inseparabile compagna, Costanza Lanza di Scalea, ha vissuto e raccontato l’atmosfera della Vucciria, in un contesto di rapido decadimento che ha fatto trasformare l’antico mercato (ormai quasi completamente perduto) in luogo di abbandono diurno e di degrado notturno, la ben nota “movida” che lascia nel cuore del centro storico palermitano solo un ammasso di bottiglie rotte e abbandonate ai piedi della storica fontana del XVI secolo. Oltre alle consuete notizie di cronaca, fra una rissa e un accoltellamento, e lavoro per le pattuglie delle Forze dell’Ordine.
Un declino e una trasformazione che Uwe ha voluto raccontare in maniera definitiva con l’ultima sua opera: “La stanza di compensazione”. Il titolo prende in prestito il nome dalle antiche stanze di compensazioni gestite delle varie banche centrali europee, dove ogni singolo istituto bancario viene chiamato a consolidare le rispettive posizioni creditorie e debitorie.
La stanza si trova proprio all’interno della Banca Nazion, quel Palazzo Mazzarino che sembra ormai giunto al termine della propria esistenza dopo oltre cinque secoli di vita e almeno 50 anni di abbandono.
L’esposizione sarà visitabile ogni giorno, a partire da oggi, 30 maggio 2016 sino al 26 giugno, e nella stanza potranno salire tre persone alla volta per una visita totale di circa sette minuti.
Le visite sono prenotabili nel Bancomat di Piazza Garraffello, dove Costanza accoglie gli avventori tutti i giorni, comprese le domeniche e i festivi, dalle 9 alle 19.
Ma cosa racconta “La stanza”?
“La stanza” è il compendio finale, il lascito definitivo che Uwe dona a Palermo in quasi vent’anni di vita vissuta. Lì è possibile ammirare quelle che l’artista austriaco ha definito le “Palermo Icone”, vetrocromie realizzate tutte nel 2016 che illustrano i personaggi che popolano la Vucciria e Piazza Garraffello.
Icone classiche come “Lo stigghiolaro”, “Il droghiere”, “Il carnezziere”, “Il barbiere”, i fruttivendoli, più ricercate come “Il babbalucivendolo” o quasi scomparse come “Il riffatore”.
Ma accanto a queste figure antiche che vanno via via svanendo, si stagliano le icone che adesso al contrario vanno a moltiplicarsi e a espandersi. E sono icone negative come gli spacciatori e “L’indegno”, opere che illustrano come meglio non potrebbero il degrado irreversibile che vive la Vucciria di oggi, inghiottita dalla volgare movida dei tempi moderni, dove la storica fontana è solo un luogo dove sciacquarsi le mani, bagnarsi i capelli e abbandonare bottiglie e rifiuti di ogni genere e tipo.
L’opera che però sintetizza al meglio il lavoro di Uwe e la sua impressione sulla Palermo del XXI secolo è senz’altro “Apocalyptic Rider” (vernice su legno, 180 x 60 cm). Un quadro che è un piccolo Trionfo della Morte, dove notiamo, un cavallo bianco dell’apocalisse che si staglia fra i Quattro Canti di città, luogo simbolo di Palermo, in mezzo a 12 figure di donne danzanti, contemporanee baccanti di una prossima fine del mondo. Il cavallo è bianco come la cocaina, l’eroina e il cemento che hanno divorato l’antica città capitale del Regno di Sicilia.
“La stanza di compensazione” e “Apocalyptic Rider” rappresentano in estrema sintesi la trasformazione di una Palermo che nasconde la polvere sotto il tappeto, per crogiolarsi in un passato glorioso celebrato solo a parole nei salotti radical chic e, nei fatti, abbandonato da tutti.