Il re è nudo

La clamorosa notizia di ieri è quella che riguarda l’intrusione di un hacker nel profilo di Sua Maestà Mark Zuckerberg.

L’hacker impossessatosi della pagina del creatore del più popolare dei social network ha quindi postato un messaggio dove si autoproclamava come vincitore dell’hacker cup 2011,  ma soprattutto ha posto l’accento sugli investimenti del colosso di Palo Alto, invitandolo a prendere esempio dal premio Nobel Yunus e la tecnica dei microcrediti.

Il fatto mi suggerisce una serie di riflessioni, prima fra tutte è la totale violabità alla quale ci esponiamo noi tutti nonappena varchiamo i cancelli dorati della Rete, la seconda è che internet è ormai divenuta la piattaforma nella quale esprimere dissenso e creare dei veri e propri movimenti, la cui cassa di risonanza è tutt’altra che risibile.

Mi riferisco infatti a quanto accaduto negli ultimi anni in paesi duramente minati da regimi totalitari, a partire dall’Iran per finire ultimamente in Tunisia ed Egitto, dove queste rivolte sono nate, cresciute, fomentate e documentate sul web.

E non a caso la Cina tiene sotto strettissimo controllo tutto quanto avviene su internet onde evitare qualsiasi episodio che possa disturbare le certezze del proprio impero comunista, mentre la “fortuna” dei regimi di altri paesi che sono la più profonda periferia del mondo è senz’altro la mancanza di simili strumenti per diffondere le gravi limitazioni e i continui crimini e soprusi perpetrati ai danni del popolo da parte di questi cosiddetti regimi.

Persino in Italia,  dove certo non vige una rigogliosa libertà di espressione negli organi di stampa, attraverso questo importante strumento è lampante la dimostrazione di dissenso nei confronti della classe dirigente e non solo.

Insomma la mia conclusione a riguardo è che val bene il rischio di venire violati per prendere parte al grande processo di trasformazione della nostra società di cui internet è parte fondamentale, e come già fatto da Riccardo Luna e Wired,  mi sento anch’io convinto del consistente merito che il web può aver parte nel processo di pace e di sostenerne quindi la candidatura al Nobel.

Il re è nudo, evviva il re.


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